Delicatessen: Gli statali e il Ministro Marianna Madia: "una storia (in)finita?"
Cristiano Turriziani
Diciamocela tutta e senza alcun finto pudore; quando si parla di “Statali” e di PA in senso generale, l’immaginario collettivo non può che finire in quella fantozziana memoria che ha etichettato anche il più diverso o il piu’ raro impiegato.
Mentre medici, architetti, direttori di lavori e delle grandi opere, commercialisti avvocati e libero professionisti hanno da sempre scalato le più alte vette della produttività e sono a tutt’ oggi quelli che possono attirare le ire di qualche scaltro critico del sistema ma non più di tanto, gli statali - invece - per antonomasia sono la dimostrazione più viva di una critica che nasce a suon di a priori.
Senza ovviamente considerare non solo quelli che si annoverano tra gli altri quadri degli Istituti di cui gli italici imbelli ignorano normalmente anche l’esistenza, ce la si prende contro gli specchietti per le allodole per eccelenza; e allora via con regione comune INPS ex INPDAP dipendenti del pubblico impiego impiegati genericamente nelle Accademie piuttosto che nei Conservatori negli ISIA o in altri enti affini; in passato assemblati e stipati così alla meno peggio di anno in anno senza aver seguito un procedimento univoco di assunzione che trascenda da concorsi alfanumerici su questioni che non andranno mai più a trattare nella loro vita lavorativa, si ritroveranno a svolgere il loro mestiere al fine di giustificare il fatto che lo Stato, “questo grande e buon Leviatano o meglio questa vacca grassa munta fino all’ altro ieri “, li stia inserendo in un circuito perché di meglio non avrebbero potuto avere al fine del raggiungimento del sudato pane quotidiano.
E quindi è ovvia ratio che quando un qualsiasi Ministro della pubblica (d)istruzione o nel nostro caso di un Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione della Repubblica parli di loro ecco che lo faccia mai a protezione della categoria ma con un manifesto senso di sdegno senza però mai accorgersi che lui è il vertice di una piramide non solo rappresentativa e come un idillio Partenope afferma “ o pesce féta da a capa” .
Tolti questi orpelli è di più di qualche giorno fa la notizia che la Ministra Marianna Madia starebbe dedicando del tempo, udite udite, anzitutto per cercare regole più ferree per punire gli assenteisti del venerdì e del lunedì mattina, quelli della malattia facile, della finta 104/92, i furbetti del cartellino etc etc ma nessuno che ha mosso un dito per parlare di migliorare anzitutto la cosiddetta offerta formativa e le competenze nel pubblico impiego costretto a lavorare approssimativamente e a suon di responsabilità maggiori che dopo essere svanite nella quotidiana contingenza riappaiono come chimere nelle stanze di qualche sprovveduto dirigente che sarà pronto di sicuro immediatamente a punire l’incompetenza del suo “sottoposto” ma non a rettificare certi vizi di forma.
E l’impiegatuccio morirà nella sua miserrima esistenza di chi vi è dentro per scelta dettata prima ancora che ragionata restando nella sua perenne pausa tranquillamente fuori a fumare e tentando di risolvere nelle nubi la risposta del suo stato lavorativo ed esistenziale.
Concetti troppo difficili a quella che identifichiamo come politica e anche ai sindacati di regime che spesso per discutere su un cavillo relativo anche al giusto licenziamento di chi non si è proprio comportato bene durante una intera vita lavorativa, dimenticano la sparuta massa di quelli che escono dal pubblico impiego con uno stipendio da fame e senza di certo alcun encomio o medaglia.
Ma si sa questa è la terra in cui ci si preoccupa anzitutto di far funzionare il grande apparato“ burocratese” e purchè sia salva la proposta di legge si sacrificano all’ altare Patrio oves,boves et universa pecora.
E se è andata bene con la buona scuola Renziana che esponenzialmente dopo le ultime direttive ha messo in cattedra e metterà in futuro sempre più ignoranza, incapacità, incompetenza e presunzione, che sarà mai se tanti “amministrativi il cui unico compito per il grande Leviatano è quello di spostare le carte e di acciaccare cicche consumando caffè al fine di giustificare la paga del 23” non saranno poi così ligi e competenti nei riguardi della mansione che occupano? Se non avranno una “mission” che faccia accrescere il loro background e poter salire di livello nella escalation della partnership? ( che tradotto in parole povere vuol dire tira fuori il termine perché una omelette non sia mai una frittata soprattutto al livello d costi per chi l’acquista !?! )
La pace del ministro o -per il politically correct - della Ministra sarà proprio questa: avere una opinione pubblica ammaestrata e ben determinata che urli allo scandalo e giustifichi assieme al silenzio assenso della PA che tutti i drammi dipendono da amministrativi anarchici messi comunali fancazzisti e impiegati grandi giocatori del cartellino; il resto non servirà a nulla perché è quel nulla e vuoto sul quale la politica è orgogliosa di giocare…