Quali logiche?
Raffaele Maisano
E’ di questa mattina la notizia che per il concorso straordinario la prova non consisterà più in 80 quesiti a risposta multipla ma in uno scritto che, immaginiamo, a breve sarà meglio specificato (dei programmi del concorso ho scritto qui).Di conseguenza, le commissioni di valutazione, ora, avranno ancora maggior peso nella riuscita della procedura straordinaria (si porrà anche il problema di come i commissari dovranno incontrarsi, in sicurezza, per la correzione dei compiti).Come è noto, le commissioni sono composte da docenti e da un presidente, dirigente scolastico o professore universitario o dirigente tecnico (i docenti AFAM non sono per lo Stato all’altezza di essere presidenti per le materie di loro pertinenza, ad esclusione di quanto diremo a breve), ma, leggendo il testo del decreto del concorso straordinario, balza all’occhio una novità per le classi di concorso delle discipline coreutiche.Art. 8 comma 3 “Requisiti dei presidenti”“ I presidenti delle commissioni di valutazione per l'accesso ai ruoli delle classi di concorso A57-Tecnica della danza classica, A58-Tecnica della danza contemporanea e A59-Tecniche di accompagnamento alla danza e teorie, pratica musicale per la danza, sono scelti tra i dirigenti scolastici degli istituti ove sia attivato un percorso di liceo musicale e coreutico ad indirizzo coreutico, ovvero tra i professori dell'Accademia Nazionale di Danza.”
Art. 9 comma 5: “Requisiti dei componenti”“ I componenti delle commissioni di valutazione per l'accesso ai ruoli delle classi di concorso A57-Tecnica della danza classica, A58-Tecnica della danza contemporanea e A59-Tecniche di accompagnamento alla danza e teorie, pratica musicale per la danza, sono scelti tra i docenti delle Accademie di Danza presso le fondazioni lirico-sinfoniche ovvero tra i direttori artistici dei rispettivi corpi di ballo.”Dunque, leggendo i due passaggi, al docente dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma è dato, in linea di principio, essere presidente di commissione ma non commissario. I due articoli, però, devono essere letti insieme al seguente:Art. 11 comma 2 “Formazione delle commissioni di valutazione”“ Nell'istanza gli aspiranti indicano le procedure concorsuali alle quali, avendone i titoli, intendono candidarsi. L'istanza e’ presentata, a pena di esclusione, unicamente per la regione sede di servizio o, nel caso di aspiranti collocati a riposo, in quella di residenza.”Orbene, la prova per la classe di concorso A-58 “Tecnica della danza contemporanea” si espleterà in Lombardia. Certo, non siamo nelle condizioni di affermare che in Lombardia non risieda un docente in pensione dell’AND disponibile ad essere presidente di commissione, ma, a parer nostro, la cosa ci pare alquanto improbabile. La commissione, così, potrà anche essere interamente composta da professionisti della prestigiosissima scuola di ballo del Teatro alla Scala.Ci viene da chiedere: ma da quando lo Stato Italiano, per selezionare il personale della scuola pubblica, ricorre a commissari presi da enti privati? La procedura, semplicemente, non poteva essere curata dall’USR Lazio così da consentire la partecipazione in commissione ai docenti dell’Accademia Nazionale di Danza?
Stesso discorso, ovviamente, per la A-57 “Tecnica di danza classica”, divisa su tre regioni: Lombardia, Lazio, Sicilia. Si tratta di una prova concorsuale straordinaria per 9 posti in A-58 e 24 posti in A-57, non certo per una folla oceanica.
Questi commissari, egregi professionisti, dovranno valutare elaborati per realtà scolastiche che, forse, neppure conoscono: appare ovvio ricordare che la prestigiosa scuola di ballo dell’Accademia alla Scala non ha le medesime problematiche, e di conseguenza le possibili soluzioni, di una scuola pubblica.
Vorrà il Ministero porre rimedio a questa, mettiamola così, disattenzione nella stesura del bando? Oppure dobbiamo considerare la scelta una impropria intromissione del privato negli interessi dello Stato, intromissione possibile laddove il pubblico condivide determinate logiche politico-culturali?
P.S. Saremmo tutti più sereni se i musicisti, i danzatori e le maestranze degli enti lirico sinfonici potessero essere alle dirette dipendenze dello Stato, con diritti e doveri non rispondenti al manager di turno, ma, ad oggi, non è questo il caso.