Piccola storia della Federazione Gilda-UNAMS e della Confederazione CGU
Da tempo mi sono pervenute domande circa le date e i fatti concernenti la nascita sia della Federazione Gilda-UNAMS che della Confederazione Gilda-UNAMS; pertanto, non avendo nulla in contrario, e, non rappresentando la cosa neppure un segreto di Stato, con piacere rispondo ai tanti quesiti.
Per la storia, il sindacato UNAMS è stato fondato nel 1979, mentre l’unione con la Gilda degli Insegnanti è avvenuta allorché la Gilda e l’UNAMS - nel 1989 – unendosi hanno dato vita alla Federazione Gilda Unams. Tutto avvenne allorquando Ministro per la Funzione Pubblica era l’On. Remo Gaspari e, in occasione del rinnovo contrattuale, erano state invitati, oltre ai colossi di CGIL-CISL-UIL e SNALS, anche l’UNAMS (sindacato comprendente sia gli artisti che il mondo della scuola, con a capo il Prof. Piergiovanni Damiani) nonché la componente emergente di un movimento (costola distaccatasi dai COBAS) denominata, appunto, Gilda degli Insegnanti, con a capo un intelligente e tenace calabrese, dicasi Sandro Gigliotti.
Il prof. Gigliotti, uomo con vedute più moderate rispetto ai COBAS, non era, come si suol dire, propriamente figlio di nessuno, ma gravitava nell’aria socialista di Craxi e Saccone. Il contratto che ne seguì, combattutissimo dalle grandi Confederazioni contro l’UNAMS e la Gilda, grazie alla sensibilità del ministro Gaspari (grande amante dell’Arte) si risolse, invece, per l’UNAMS (la componente Accademie e Conservatori di musica) con un successo economico inimmaginabile: Lire 500,000 di aumento netto mensile; per la scuola, invece, avendo sia io che Gigliotti contro tutti gli altri sindacati, ci riuscì di strappare solo qualche piccola cosa. Quella trattativa, però, fu l’occasione giusta perché, io e Gigliotti, c’incontrassimo, rilevando anche di avere più o meno le stesse idee.
Per il resto il contratto non fu certo un successo poiché forse le Confederazioni decisero di non premiare - ai docenti - le rivolte di piazza e conseguente loro adesione ai COBAS.
Subito dopo, sempre le Confederazioni, per chiudere il cerchio avverso gli infedeli e quindi stroncare UNAMS e Gilda, ottennero, dalla Presidenza del Consiglio, di far aprire una trattativa presso la Funzione Pubblica, per stabilire, tramite il conteggio dei dati numerici, quale sindacato avrebbe potuto essere definito maggioritario e di conseguenza abilitato ad avere rappresentanze riconosciute a trattare.
Come c’era da aspettarsi il numero sul quale si accordarono dette Confederazioni era frutto di un’attenta addizione aritmetica, tutta tesa a far fuori sia la Gilda degli insegnanti (circa ventimila iscritti) che l’UNAMS (undicimila iscritti). Deciso il tutto… voilà le ieux son fait! O almeno così, essi, pensavano.
Ma, come dice un detto, il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Infatti le poco attente Confederazioni, nei loro piani, ebbero a commettere due grandi errori: durante la contrattazione la sottoscritta e Gigliotti, come sopra detto, avevano avuto modo di conoscersi e stimarsi a vicenda e secondo errore, il ministro Gaspari, amante dell’arte e, mi pregio di dirlo, mio amico personale, mai avrebbe consentito la distruzione del sindacato che al suo interno aveva anche la componente degli Artisti.
Purtroppo, quando esplicitai a Gaspari l’idea di accordarmi con Gigliotti per raggiungere i numeri, essendo il ministro un uomo un poco all’antica, alla luce della mia “fragilità” avanzò alcune riserve (per me avrebbe preferito un accordo con la CISL). In parole povere, il ministro temeva che una mia unione con Gigliotti, comunque proveniente dalle fila Cobas, avrebbe comportato una qualche sopraffazione per l’UNAMS. Pronubo l’intervento, sul ministro, dell’abilissimo On. Rodolfo Carelli, nonché le mie assicurazioni nei confronti della Gilda, le paure furono fugate e l’accordo venne raggiunto, come ovvio ufficiosamente e riservatamente, davanti al ministro Gaspari.
Anche noi, però, nell’entusiasmo del momento, avevamo fatto i conti, più che senza l’oste, senza i numeri. Infatti, l’Ufficio legislativo della Funzione Pubblica informò subito dopo Gaspari che, nonostante l’unione avvenuta di Gilda e UNAMS, alla neo-nata Federazione ancora mancavano alcune centinaia d’iscritti (circa mille) per raggiungere il fatidico numero stabilito per l’ottenimento delle rappresentanze sindacali maggioritarie.
Fu allora che il Ministro Gaspari, divenne più artista di tutti, e, pur di accontentare l’UNAMS e gli artisti, decretò un capolavoro di “non sense” giuridico: la nascente Federazione Gilda-UNAMS, non aveva i numeri ma lui la riconosceva in base al fatto che possedesse un palese “trand ascensionale”.
Un noto sindacalista (dico io giustamente) così commentò: ma che caz… sta a dire il ministro? Faccio ricorso! E lo fece pure. Ma tanto lunghi furono i tempi che il ricorso non venne mai discusso e cadde in prescrizione.
Con un incontro alla sede dell’UNAMS di V.le delle Province, io e Gigliotti comunicammo, ai nostri delegati, la vittoria conseguita con, appunto, la necessità di rimpinguare i numeri. A Gigliotti rispose, in modo lapidario un rappresentante UNAMS, il direttore d’orchestra Giuliano Silveri che disse:: amici, oltre a crescere, visti i numeri… attenti alla salute!
Insomma senza l’UNAMS non sarebbe sopravvissuta la Gilda e viceversa. Fu un matrimonio, come dire, d’interesse, attraversato, come logico, anche da alcuni contrasti, ma alla fine, siamo riusciti, per merito dei vertici Gilda e, se permettete, anche mio, a fare quadrato, superare le divergenze e sopravvivere alle battaglie Confederali.
Ai primi degli anni ’90, avendo numerosi impegni artistici (il mio impegno sindacale era del tutto gratuito), decisi di porre fine, per quanto mi riguardava, all’avventura UNAMS , ma, anche qui, a decidere per me ci fu la sorte. Nel ’95, il cofondatore dell’UNAMS, Prof. Piergiovanni Damiani, ci lasciava, facendomi, però, prima giurare che non avrei, appunto, mai abbandonato il sindacato.
Fu così che tutto il peso del sindacato, secondaria compresa, ricadde su di me con, il profilarsi, tra le altre cose, di una grande battaglia: salvare gli Istituti d’Arte che uno scellerato progetto della P.I. - anno 1998 - intendeva, in quei giorni, regionalizzare. Tramite i tanti amici dell’Arte che avevo in Parlamento, l’infausto progetto venne bloccato e subito dopo mi dedicai a portare avanti, oltre al già presentato - nel ’95 - D.d.L. per la Riforma di Accademie e Conservatori, anche un D.d.L. per la messa in ordinamento dello strumento musicale nella scuola media di primo grado. Ambedue furono battaglie mostruose, con delegati UNAMS della scuola media che, provenienti da tutta Italia, furono ospitati nella nostra sede in seduta permanente e in contatto continuo con la discussione che si svolgeva in Parlamento. Alla fine il miracolo avvenne… ancora una volta riuscii a mettere d’accordo maggioranza ed opposizione parlamentare e la legge fu approvata e i due D.d.L divennero leggi. Per lo strumento nella scuola secondaria decisivo fu l’intervento dell’on. Angela Napoli e dell’on. Massimo D’Alema mentre per Accademie e Conservatori si spesero l’on. Luciana Sbarbati, il sen. Franco Asciutti e ancora l’on. Massimo D’Alema.
Nemmeno il tempo di respirare e sulla scuola piombò uno dei più grossi problemi, dicasi il famoso “Concorsone”. E questo fu anche la prima fondamentale causa di litigio con l’amico Gigliotti. Tutti i sindacati, in un primo momento, s’erano più o meno schierati a favore di detto Concorsone, ma, vista la determinata protesta dei docenti, Gigliotti fu tra i primi prendere alcune distanze ma, in pratica, riteneva di dover continuare a trattare. Al contrario la mia posizione era invece stata, da subito, più radicale poiché sostenevo come contro la Costituzione non fosse possibile trattare, e il cosiddetto Concorsone peccava d’incostituzionalità. Infatti, essendo i cittadini tutti uguali, nessun genitore poteva essere obbligato (ecco il vizio d’incostituzionalità) a mandare un proprio figlio a studiare con un docente dichiarato dal suddetto concorso non idoneo.
E allora? Licenziare tutti i professori dichiarati inidonei… magari dopo trenta anni di insegnamento?
Era chiaro che nella mente di qualcuno (non certo di Gigliotti) c’era il progetto di procedere a figli e figliastri. Pertanto, distanziandomi dalla Gilda, sul tavolo della trattativa, esposi, con determinazione, la mia tesi d’incostituzionalità, ricevendo, di contro, grandi risate e persino dileggio da parte degli altri sindacati.
Ancora una volta la sorte volle che del mio stesso avviso ci fossero alcune personalità del mondo della cultura e della politica; ad adiuvandum intervenne anche un parere della Corte Costituzionale che si pronunciò dando in pieno ragione a quelle ch’erano state le mie solitarie tesi.
E questo, dopo aver incassato tante risate, fu una bella soddisfazione! Nel frattempo la piazza era già riuscita, con dimostrazioni feroci, a far rientrare il Concorsone e di lui non si parlò più. Comunque i sindacati non vollero demordere e la trattativa riprese su altri binari, ovvero venne deciso che, essendoci dei soldi già stanziati per dei corsi d’aggiornamento, nonostante fosse tramontato il concorsone, detti corsi si sarebbero dovuti tenere. E i poveri docenti, con fatica e dispendio di denaro, furono indotti a frequentare i programmati corsi. L’UNAMS, per la sorpresa di tutti, soprattutto del ministero, fu l’unica che rifiutò denaro e corsi.
Questo, per quanto attiene alla Federazione, discorso quasi identico può essere fatto per la nascita della Confederazione.
Approvata nel 1999 la legge di Riforma per Accademie e Conservatori, all’interno della quale veniva creato il comparto AFAM, i nostri “amici” di sempre -dicasi i confederali- pensarono bene che non avremmo mai dovuto discutere il primo contratto, quello che avrebbe, come dire, confermato l’esistenza del nostro comparto.
Fu allora, anno 2004, che un’idea alquanto folle m’attraversò la mente. Per superare gli ostacoli esisteva una sola maniera: andare a trattare a Palazzo Chigi… ossia essere anche una Confederazione. A tale proposito, vorrei ricordare che da altre parti sindacali, dopo la creazione del comparto AFAM, mi erano già pervenute proposte in tal senso ma, ovviamente, se Confederazione doveva essere non potevo che farla con la Gilda.
Ben conoscendo le difficoltà circa la creazione di una Confederazione, quando andai a parlare con i vertici della Gilda, probabilmente anche loro mi presero per pazza ma, ufficialmente (e lo credo bene), aderirono con entusiasmo.
Occorre ricordare come, in quel momento, la legge per le Confederazioni prescrivesse, per essere riconosciuti, oltre a delle ininfluenti motivazioni politiche, l’unione di due comparti maggioritari del Pubblico impiego e di un sindacato di libera estrazione dei lavoratori. Questo sulla carta, nella pratica occorreva ben altro!
Ancora una volta la chiave di tutto era il Ministero della Funzione Pubblica, ministero, al momento, tenuto dall’on. Franco Frattini, al quale (lo avevo conosciuto in altra situazione) subito mi rivolsi. Dopo, con il determinante intervento, questa volta, del Sen. Asciutti, furono fatte presenti (parlando di motivazioni politiche) tutte le difficoltà che attraversavano gli artisti e soprattutto venne fatto presente che, messi insieme, UNAMS e Gilda possedevamo quanto predisposto dalla legge, ossia: due comparti afferenti al Pubblico impiego con in più, per quanto riguardava i liberi lavoratori, la presenza, nell’UNAMS del libero sindacato degli artisti lirici, facente capo a Giuseppe Zecchillo.
Alla fine, entrando in campo, sia pure ufficiosamente anche il Parlamento, il Ministro Frattini, forse stanco delle mie “lamentazioni” si convinse e procedé per il riconoscimento della Confederazione CGU (Confederazione Gilda UNAMS) così composta: comparto della Scuola (Gilda degli insegnati) e comparto AFAM (Unione degli Artisti UNAMS) più l’aggiunta indispensabile del sindacato degli Artisti lirici.
I tempi erano stretti e, mancando pochi giorni per l’apertura della contrattazione, il miracolo del riconoscimento fu raggiunto in breve: la CGU sarebbe andata a trattare, con le grandi Confederazioni a Palazzo Chigi.
Divenuta presidente della CGU, unitamente al coordinatore della Federazione della FGU, giunse il fatidico giorno dell’ingresso a Palazzo Chigi ove mi recai sapendo, però, che, a mio conforto, ad accogliermi con estrema simpatia e benevolenza, ci sarebbe stato l’amico -capo di Gabinetto della vicepresidenza del Consiglio- Avv. Prof. Salvatore Sfrecola. Approdata che fui nel grande salone, non so per la malizia di chi, venni fatta accomodare, presso il grande tavolo della contrattazione, proprio accanto al capo della Confederazione CGIL… e vi lascio immaginare con quanto entusiasmo fu accolta una simile vicinanza!
Divenuta per elezione nazionale presidente del CNAM (Consiglio nazionale delle Accademie e dei Conservatori di musica) ottenni dal Ministro della P.I. Letizia Moratti la creazione dei licei musicali e coreutici. E faccio presente che di queste mie battaglie per la scuola media e per i licei ebbero ampiamente a giovarsene, oltre agli altri sindacati (sempre attenti ad attribuirsi meriti presunti), anche gli amici della Gilda.
Questa è la storia e, a parte il ministro Gaspari, i testimoni di quanto sopra detto sono quasi tutti vivi e vegeti. Se poi a qualcuno interessasse saperne di più, lo rimando al mio libro: “Dica 33… della Costituzione”.